Sul litorale sud del Lazio, precisamente tra Sperlonga e Gaeta, ma più vicina alla prima, troviamo di nuovo una bella pagina di storia: la Villa di Tiberio e la Sua Grotta

Ci troviamo tra Sperlonga e Gaeta, esattamente nella Riviera di Ulisse molto molto bella da visitare e se ancora non lo avete fatto, ve lo consiglio vivamente.
Andiamo perché è molto interessante.

un po’ di storia non fa mai male

Se si chiama Villa di Tiberio, è proprio perché nel primo secolo dopo Cristo questo luogo è appartenuto all’allora Imperatore romano Tiberio;
la scoperta è avvenuta grazie ai lavori di costruzione della strada litoranea, proprio quella che si percorre da Terracina a Gaeta: l’attuale Via Flacca, al tempo Via Flacca Valeria, quest’ultima ancora percorribile a piedi e la si può notare in alto, passeggiando tra i ruderi della villa imperiale.

che cosa fu trovato?

Quindi dicevamo, durante i lavori di costruzione della Via Flacca gli operai trovarono dei resti archeologici riconosciuti esattamente come i resti della Villa di Tiberio la cui presenza non si era ancora mai collocata.

la salvezza di Tiberio

Sembra che in questa zona, almeno così si narra, nell’anno 26 dopo Cristo proprio Tiberio fu salvato dal suo amico Seiano, dalla caduta di alcune rocce e precisamente all’interno della splendida grotta usata quale luogo di banchetti.

l’età della Villa di Tiberio

Naturalmente le età precise di questi resti non si conoscono appieno, ma si può risalire che una parte appartiene al periodo tardo repubblicano con varie terrazze vista mare mentre la residenza dell’imperatore era preziosamente decorata da oggetti d’arte e sculture sia in villa che in grotta dove usava banchettare ed unirsi alle sue donne.

i preziosi resti 

Durante gli scavi del ritrovamento, rividero la luce oltre ai resti dei fabbricati anche gli oggetti che decoravano la residenza imperiale e questi molto spesso ricordavano la leggenda di Ulisse i quali ora si trovano, ricostruiti ad hoc, nel museo adiacente.

Ulisse, Circe

L’interesse verso Ulisse è dato dalla storia e dalle leggende che aleggiano in questa zona, come in varie parti d’Italia.
Qui già dall’età romana si è sempre creduto che il promontorio poco più a Nord fosse l’isola della Maga Circe, divenuto tale mentre la maga si era addormentata. (*)

                           Ulisse e Polifemo – nel Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga

e il mito greco

Il mito di Ulisse qui ha pieno fascino e radici tant’è che spesso lo si rappresenta su vasi greci del settimo secolo avanti Cristo e diventato molto famoso durante l’età greca e romana; era considerato un uomo affascinante e molto intelligente attratto dai viaggi verso l’ignoto e l’interesse di Tiberio verso Ulisse crebbe durante la sua giovane età quando Virgilio scrisse l’Eneide ambientata anche in questo territorio.

fino a noi

Una volta che la scoperta prese vita, fu tutto messo in sicurezza come anche i resti delle statue e tutto quanto si era rinvenuto finché qualche anno dopo nacque il Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga che si trova all’entrata del sito storico,
meglio però visitarlo dopo aver percorso il sentiero che porta alla Villa e alla Grotta di Tiberio, insomma prima di uscire dal sito archeologico.

la Riviera di Ulisse

Questa zona quindi è considerata tutta la Riviera di Ulisse ed è una parte molto importante dal lato storico e artistico, la cui visita fa scendere in un tempo remoto che non abbiamo avuto modo di vivere.

la Grotta

Percorso il sentiero che si snoda tra i vari resti archeologici della Villa imperiale sita nella macchia mediterranea, si nota dapprima la vasca, dove erano allevati pesci provenienti dal mare grazie ad un passaggio sotterraneo e dove lo stesso Tiberio si dilettava nella pesca;
si arriva poi nella Grotta, dove erano le statue di cui abbiamo detto poc’anzi e da qui guardando verso il mare in una giornata limpida si potranno scorgere il Monte Circeo e le isole Palmarola e Ponza: panorama goduto prima da Ulisse e poi da Tiberio.

con tanto di cubicolo alcova di Tiberio

Certo era un imperatore e giacché tale non aveva mancanza di donne…
Quindi nella sua grotta possiamo vedere, restaurata anche una parte dov’egli, si ritirava in intimità.

 

 

(*) se osserviamo bene il promontorio del Circeo, potremo infatti notare un profilo molto somigliante a quello umano con la fronte a destra della foto, ma … è pur sempre un promontorio.

 

Riguardo la sosta, comodo il mini campeggio quasi omonimo al luogo, quasi: Riviera di Gaeta (3485616177), piccolo e familiare con annesso ristorante sulla Piana di Sant’Agostino.

 

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