Egeria, un nome che evoca acqua fresca di sorgente, ma che in realtà era una Ninfa moglie di un re di Roma; vediamo chi era e perché l’acqua per i romani è santa.

chi era Egeria?

Egeria

Spesso ci si trova a passeggiare per le vie di Roma e si scoprono vicoli, vie e piazze dedicate a personaggi storici o a personaggi mitologici;
questa volta vediamo di capire, scoprire chi era Egeria.
La leggenda ci racconta che Egeria prima di divenire moglie del secondo re di Roma Numa Pompilio, ne fu una valida consigliera dopo esserne stata amante, ed a cui si offrivano numerosi sacrifici da parte delle donne in gravidanza, perché era risaputo che lei cantava predicando e prevedendo il futuro.

 

 

dalle lacrime la fonte

Non tutti siamo eterni e nemmeno Egeria ebbe questa possibilità, ma a quanto pare di lei ancora si parla;
si parla di lei perché la trasformazione del suo corpo in lacrime creò, grazie alla dea Diana, una fonte di acqua divenendo quello, un luogo sacro, indicato dai romani con la sorgente nei pressi di Porta Capena.
La porta un tempo era situata esattamente nella piazza che attualmente ne porta il nome e che guarda il Circo Massimo lasciandosi alle spalle le Terme di Caracalla; ma alcuni invece identificano Porta Capena di allora con l’attuale Porta san Sebastiano, smentiti dai suoi resti ben visibili a chiunque.

 

I resti dell’antica Porta Capena

l’acqua di Roma

Di certo i romani non morivano di sete proprio perché in ogni colle (dei sette che ne abbiamo) sgorgavano fonti naturali e nelle valli sottostanti oltre che nei luoghi pubblici si poteva usufruire di acqua naturale sorgiva oltre che ammirare la bellezza monumentale dei Ninfei; infatti negli anni che seguirono la fondazione di Roma, i cittadini non ebbero problemi per gli approvvigionamenti, avendo oltre queste anche vari fiumi a disposizione.

o di Nemi?

E sì, perché sempre seguendo la leggenda sembra ci sia una “disputa” tra l’origine della fonte.
Nemi è una località a ridosso di Roma con un bel lago vulcanico con acque spesso calde; nei pressi del lago vi era un tempio molto grande dedicato alla dea Diana; la strada per raggiungerlo non era come ovviamente può essere un’attuale strada ma sicuramente una sterrata per il transito a piedi, ma pur di ottenere grazie i cittadini arrivavano da ogni parte di Roma, soprattutto le donne in stato di gravidanza per chiedere alla ninfa Egeria di poter partorire in vasche di acqua tiepida, proprio intorno al lago.
Abbiamo detto che Egeria pianse tantissimo alla morte di suo marito Numa Pompilio, tanto che la dea Diana per evitare problemi al suo tempio la trasformò in una fonte;
in suo ricordo venne eretta una statua che in seguito venne trasportata poi nei pressi dell’attuale fonte.
Alcuni affermano che sul lungolago di Nemi è presente una fontanella da dove sgorga la famosa acqua Egeria.

 

 

il Ninfeo di Egeria

Camminando lungo la Via Appia Pignatelli sempre avvicinandosi alla attuale fonte Egeria, troviamo una grotta artificiale che venne realizzata nei pressi di una sorgente di acqua minerale acidula;
la grotta si trova di fianco alla collina dove è anche la chiesa di S. Urbano e questo monumento è chiamato anche Grotta di Egeria.
Si tratta di un ninfeo rettangolare con una grande nicchia in fondo e tre più piccoli ai lati dove erano sistemate, un tempo, alcune statue di divinità fluviali; da queste sgorgavano acqua minerale la cui fonte era sotto la stessa via. Attualmente si trova una statua maschile da cui fuoriesce acqua e che forse rappresenta il dio Almone, il fiume omonimo sottostante.

Volendo raggiungere il Ninfeo di Egeria a piedi passeggiando nella natura, si può lasciare la “civiltà” nei pressi di Largo P. Tacchi Venturi e da lì entrare nel Parco della Caffarella;
ci vorranno una decina di minuti e si arriverà esattamente al luogo incantato.

 

Il Ninfeo, ora.

 

e l’acqua Santa

Chi è romano non chiama Egeria l’acqua di Roma ma “acqua santa”: “se vedemo all’acqua santa…” ed assume lo stesso appellativo la via dove ora è la fonte con annesso parco che si chiama Via Dell’Almone prendendo appunto il nome dal fiume che ivi scorre.
Ecco che l’acqua diventa “santa“, perché?
Tornando al perché dell’appellativo di “santa” all’acqua Egeria, possiamo dire che l’unione delle acque del fiume Almone con le acque della sorgente Egeria al tempo forse formavano un laghetto che si credeva fosse salutare per le sue qualità terapeutiche e infatti veniva chiamato Lacus Salutaris.

adesso e ancora…

Ora,  se l’acqua santa di Roma sia davvero tale, non lo so, la maggior parte dei romani la beve da sempre e ne parla come di casa sua; inoltre da non molto poi nel parco della fonte, si susseguono eventi simpatici che la rendono ancor più santa per gli organizzatori; al centro si trovano varie fontanelle per la raccolta dell’acqua da bere subito o da portare a casa, frizzantina o naturale ma sempre buona.

 

curiosità: ad Egeria è stato dedicato un asteroide: l’asteroide 13 Egeria 😉