Siamo nel Lazio, in provincia di Latina ed esattamente a Gaeta, una cittadina che si affaccia sul mare dal suo promontorio.

Gaeta: perché questo nome?

La leggenda narra alcune varie possibilità per l’adozione di questo nome che in latino era Caieta, in greco Kaièta e addirittura in albanese lo troviamo in Kajeta;
quindi non molto diverso dal suo nome attuale, ma vediamo le varie storie.
Lo storico geografo Strabone, parlasolo del golfo sul quale si affaccia la città, ed il nome sembra farlo derivare dal termine “καιέτα” che veniva usato, a suo dire, dai fondatori di Formia;
questo nome sembra si riferisse all’insenatura del golfo che lo faceva similare ad una cava;
un altro significato ce lo regala Virgilio nella sua Eneide, dove propria la nutrice di Enea era Caieta che venne sepolta in questa terra durante il viaggio verso le coste laziali;
chissà se davvero questa fu la storia del nome perché a confermare tutto ciò fu addirittura nel tempo, Dante Alighieri.

un po’ di storia

Se Roma pose sotto la sua legislazione Gaeta, circa nel 345 avanti Cristo, sembra che però questa fosse già abitata dall’ottavo secolo;
certo è che durante il periodo romano, fu resa un luogo di villeggiatura molto rinomato, la frequentazione di imperatori e ricchi patrizi romani la resero molto importante e per aumentarne le visite fu costruita quella che ancora oggi si percorre per arrivare: la Via Flacca, che è più corta rispetto alla classica Via Appia.
Questa era una tra le varie zone aggiunte, in seguito alle espansioni di Roma verso il sud, infatti se i popoli presenti prima dei romani come i Volsci o gli Ausoni iniziarono a lasciare questi luoghi, con l’avvento di Augusto e la sua riforma amministrativa la terra di Gaeta rientrò nella regione che allora proprio i romani chiamavano Latium; il Latium aveva il suo confine dalla Campania, come oggi con il fiume Liri-Garigliano.
Di quell’epoca ancora sono visibili i resti, come per esempio il Mausoleo di Planco, sul Monte Orlando, console romano e prefetto nonché generale di Giulio Cesare; dove ci si può fermare per la sosta in un comodo parcheggio.

il Mausoleo di Lucio Munazio Planco,

Nato a Tivoli da una famiglia di cavalieri, Planco ricoprì varie cariche della magistratura ottenendo per due volte l’Imperium e addirittura gli venne conferito il governo della Gallia;
ma nonostante tutte le terre a disposizione lui amava Gaeta, amava talmente tanto questa città che in questo territorio si costruì una villa, una imponente villa di cui ora rimangono solo alcuni ruderi.
Il suo amore per la cittadina fu davvero elevato perché fece costruire un mausoleo, per la sua sepoltura, in cima all’allora Colle Planciano, oggi Monte Orlando, dove all’interno si trova anche una copia della statua del “generale di Tivoli”,
che sembra voglia rappresentare proprio lui: Munazio Planco e proprio sotto al monte, troviamo il parco a lui intitolato

le varie chiese,

Come in ogni città, grande o piccola, troviamo vari edifici importanti, varie chiese da visitare.
La chiesa di San Francesco spicca in memoria del Santo, dove in origine era di casa proprio lui, San Francesco, quando si trovava a Gaeta;
la bella scalinata antistante si affaccia proprio sul mare ed è davvero bella con gli angeli da custodi;
un’altra a me piaciuta è la chiesa di San Giovanni a Mare, nei pressi della Cattedrale che è più vicina al mare, questa ha una cupola davvero eccezionale in stile arabo.

e il castello.

Ecco, il castello!
Qui mi son dovuta arrendere, perché non mi è stato possibile visitare il castello dall’interno, in quanto i lavori di manutenzione hanno richiesto la chiusura dei cancelli in toto;
quindi niente visita al castello per questa volta…;
però sappiamo che è un castello Angioino-Aragonese, come del resto la maggior parte dei castelli che si trovano nelle nostre terre.

La spiaggia di Serapo,

Certamente la spiaggia di Serapo è la più importante di Gaeta che prende il nome da un quartiere della città.
In epoca remota questa non era una spiaggia ma una duna; la modifica del luogo avvenne perché la sabbia fu utilizzata in grandi quantità per la vetreria cittadina, che doveva fabbricare bottiglie, questo fece ridurre la duna e divenne una spiaggia, lunga circa un chilometro e mezzo; dalla spiaggia di Serapo si possono vedere alcuni scogli, tra cui uno con una forma allungata che sembra una nave,
questa spiaggia si trova proprio sotto il Monte Orlando dove è situato come dicevamo poc’anzi, il Mausoleo di Planco.
Altre spiagge si trovano in città, ma questa è sicuramente la più famosa e quella di sabbia più fine.

la Madonna Ausiliatrice

Un simbolo per la cittadina di Gaeta è proprio Lei, la Madonna Ausiliatrice che si trova su una terrazza sul promontorio, da dove si può ammirare tutto il panorama e vedere che davvero il mare è di qua e di là della città.
La Madonna Ausiliatrice arrivò a Gaeta il 17 maggio del 1959, nel giorno della Pentecoste dopo aver ricevuto la benedizione dall’allora vescovo di Terracina per proteggere i pescatori e tutti i cittadini salvaguardandoli dal mare e dalle intemperie; la statua è stata realizzata da un unico blocco di marmo ed è molto somigliante a quella descritta da Don Bosco, dipinta nella chiesa di Torino.
Per tradizione ogni 24 maggio in suo onore avviene una fiaccolata dal basso della città fin sul Monte Orlando, unendo i cittadini e fedeli in una splendida passeggiata serale.

e la montagna spaccata.

Sempre sul Monte Orlando, troviamo una leggenda, una leggenda di una montagna.
Il santuario che sorge su questo Colle, fu costruito nell’undicesimo secolo dai monaci benedettini di Cassino che seguendo le orme proprio di San Benedetto posero anche qui la pietra per un nuovo santuario.
Questa costruzione si trova in un luogo davvero strano, ma soprattutto in un sito con vari eventi mistici legati tra di loro, perché la leggende vuole che questo Monte si sia spaccato nel momento della morte di Cristo;
infatti troviamo tre spaccature nel versante della montagna, due delle quali con il tempo e gli effetti metereologici, compresa l’erosione del mare, hanno mutato il loro aspetto;
la più grande invece è diventata come una grande grotta chiamata la “grotta del turco”.

La grotta, la mano del turco

La grotta del turco ha assunto questo nome in seguito ad un’altra leggenda, la quale narra di un miscredente approdato a Gaeta e molto dubbioso sulla natura della spaccatura della montagna;
questi appoggiandosi sulla roccia, rimase molto sorpreso nel rendersi conto che la roccia si ammorbidì prendendo l’impronta della sua mano.
Per raggiungere il mare della grotta del turco, si devono scendere diversi gradini, ma ne vale davvero la pena, perché il mare che entra è di un azzurro bellissimo con numerosi riflessi colorati; ultimamente non si può arrivare fino giù a causa di lavori di manutenzione ( 🙁 ); invece, salendo fino in cima, al faro, lo spettacolo della roccia spaccata e il mare sottostante sono davvero mozzafiato.

e il Santuario del SS. Crocifisso.

Un altro luogo che merita una visita è il Santuario del Santissimo Crocifisso, che si trova nella seconda spaccatura su un masso incastrato a circa quaranta metri di altezza dal mare;
quando il macigno si incastrò sembrò non essere per cause naturali, e consideratolo quasi un miracolo, fecero costruire proprio lì un Santuario;
sotto questa spaccatura il mare è navigabile fino ad un certo punto, dopodiché si può proseguire solo a nuoto, ma… facendo attenzione, perché sempre di massi si tratta.
Fuori dal piccolo Santuario si trova il letto di San Filippo Neri, o meglio un giaciglio fatto di pietre con un incavo scavato nella stessa pietra; sembra che il santo abbia trascorso qui un periodo della sua vita per rifugiarsi e pregare; da allora questo luogo è meta di pellegrinaggio da parte di pontefici e religiosi.

 

E la sosta?

Per la visita alla città, si può tranquillamente sostare nel parcheggio di Via Munazio Planco, esattamente nel suo parco omonimo, sulla via che porta alla Montagna Spaccata;
il parcheggio è a pagamento ed è controllato, oltre che tranquillo;
una breve scalinata porta in città: scendendo a sinistra si va verso la spiaggia di Serapo, a destra verso il centro moderno e centro storico 😉