Una novità? Non proprio perché tempo fa ci siamo già trovati di fronte ad una realtà simile con Giuseppe, ma oggi ascoltiamo Patrizia e quello che ha da dirci in merito al vivere in camper.
Pronti? Via!

Patrizia è una bella signora che ha deciso di vivere in camper realizzando così il suo sogno, apportando modifiche ed accorgimenti al suo modo di abitare, consapevolmente.

  • Da quanto tempo hai deciso di vivere in camper?

Ho avuto il mio primo camper circa dieci anni fa e posso dire che da allora cullo questo sogno di poterci vivere, magari anche viaggiando il più possibile.
Otto anni fa mentre ero in Portogallo ero riuscita anche a trovare un lavoro che me lo avrebbe permesso, ma non mi sentivo ancora pronta a fare il salto e la scelta di vivere in camper ha dovuto attendere un altro po’; finché poi non sentendomi più legata a varie cose ho potuto, con calma, decidere.
Avevo un negozio che mi impegnava, una casa che mi legava affettivamente a cui comunque non potevo rinunciare; una decisione di vendere la casa in seguito alla scomparsa dei miei genitori poi ha avuto il sopravvento e da lì anche il negozio che oramai non brillava più come un tempo.
Quindi se nel corso degli anni il camper seppur a malincuore dovetti venderlo, con questi cambiamenti ho potuto iniziare a coltivare nuovamente in maniera diversa il mio sogno.

  • Quindi il sogno si avvera…?

Sì, ci è voluto un po’ perché scegliere un camper non è mai facile, soprattutto se lo vedi come una tua casa “vera” ma dal luglio scorso “la mia piccola casa in ogni posto del mondo” è davvero il mio sogno realizzato: dal 27 luglio posso dire di vivere in camper felice e contenta. Ho scelto il 27 luglio scorso proprio la notte della famosa eclissi lunare, mentre tutti erano con il naso all’insù per quel nuovo aspetto della luna, io ero in una fase tutta nuova della mia vita. Naturalmente con me ho la mia cagnolina Nana e presto tornerò a prendere Totti e Mirtillo che sono al momento, ospiti da miei amici.

 

“la mia piccola casa in ogni posto del mondo”

 

  • La tua non è stata affatto una scelta obbligata, come a volte può accadere

Assolutamente no, nessuna scelta obbligata ma scelta sognata e fortemente voluta. Un sogno che, come dicevo è diventato un progetto e infine una realtà.
Credimi, è stata una liberazione da tante cose e non solo materiali; mi sono resa conto di quante cose superflue mi circondavano, cose che mi sembravano fondamentali, ma che con questo “passo” sono diventati oggetti inutili di cui disfarsi facilmente. Scegliere di vivere in camper ha portato alla luce una parte di me stessa che non conoscevo, ho scoperto che l’emozione, ad esempio di un tramonto sul mare vissuto in libertà, vale molto di più di qualsiasi altra cosa. Inoltre aggiungo che il mio prossimo passo sarà sganciarmi da qualsiasi altra sovrastruttura, anche mentale.

  • Non credo che sarà tutto facile, per esempio quali problemi si possono incontrare vivendo nel camper?

Certo, non è mai tutto facile; il problema principale possiamo dire essere legato alla questione della residenza, essendo a questa legati tanti diritti come l’assistenza medico, il rilascio di documenti e il diritto di voto oltre all’assistenza sociale e molto altro. Per il momento sono ancora residente nel Paese in cui avevo la casa per alcune questioni ancora da definire ed anche perché quello è ancora il mio centro di interessi. Sappi che però i Comuni, e questo può essere utile anche ad altri, sono comunque tenuti senza esimersi, dal concedere la residenza ai senza fissa dimora che stabilmente vi soggiornano o vi hanno un centro di interessi come per esempio in camper, in strada etc. attivando anche degli indirizzi virtuali. La corrispondenza per ora la ricevo da amici e poi attiverò il sevizio “seguimi”; un altra cosa che potrebbe sembrare un problema è il lavoro: se si sceglie di non essere stanziali ma itineranti la ricerca di un’attività può essere verso lavori stagionali o verso lavori on line oppure chi ha creatività può sfociare nei mercatini locali. A tutto si rimedia, ma altri problemi veri e propri finora non ne ho riscontrati. Abituarsi a vivere con risorse limitate, dosando acqua ed energia così come spazi ridotti non è un problema, noi che amiamo il camper lo sappiamo bene.

  • Cosa ne pensa la gente quando scopre che vivi nel camper?

Qualcuno sgrana gli occhi ed esclama “beata te! Piacerebbe anche a me ma non ne avrei il coraggio”, altri mi guardano dall’alto in basso con aria di diffidenza, molti mi chiedono se non ho paura, soprattutto essendo una donna da sola, poi ci sono i “sognatori”, quello che ero anche io fino a poco tempo fa, e che incoraggio sempre a perseguire il loro sogno.

  • Credi che sarà “per sempre” così o tornerai tra le classiche quattro mura prima o poi?

Voglio sperare che sarà per sempre, mai più quattro mura ma solo quattro ruote, potersi svegliare ogni mattina con una vista diversa non ha prezzo. Ho già pensato alle modifiche da fare al mio camper quando sarò più vecchia e non riuscirò più ad arrampicarmi come faccio ora. Quindi spero davvero che sia “per sempre”.

 

“…ogni mattina con una vista diversa non ha prezzo”

 

  • Ti assale un po’ di paura di notte o ti senti sicura?

No, non sono una persona paurosa, ma sono anche attenta alle più elementari norme di cautela. Cerco di arrivare di giorno nei posti in cui ho intenzione di dormire, mi guardo intorno, studio un po’ l’ambiente e l’illuminazione; posiziono sempre il camper in maniera da potermene andare velocemente e senza dover fare numerose manovre. E poi ho comunque dei blocchi di sicurezza, l’allarme, il triogas e altre piccole cautele per una maggior tranquillità, anche se in linea di massima evito la sosta libera nelle grandi città. Nonostante tutto però, sono anche una temeraria perché adoro fermarmi nei posti più sperduti e isolati, che forse sono anche più sicuri proprio perché non ci va nessuno? In Portogallo, bellissimo, ho dormito in cima ai fari, a picco sulle scogliere in luoghi abbandonati e non ho mai avuto alcun problema.

  • Classiche “uscite” e “vivere in camper”, differenze?

Beh dai… differenze ce ne sono, diverso è quando ti prepari due cose per il fine settimana o per le vacanze, altra cosa è dover avere nel camper, che è la tua unica casa, tutto quello che ti serve, per tutto l’anno. E anche lo spirito è diverso.

  • Ti fidi a lasciare in parcheggio il tuo camper se devi recarti a fare provviste?

Questo è un tasto dolente, perché nel 2011 mi sono fermata nel parcheggio di un grande supermercato di Roma per fare la spesa e, al ritorno dopo una ventina di minuti, ho trovato il camper scassinato sebbene all’interno ci fosse la mia rottweiler; per fortuna si sono accontentati di svuotare “soltanto” il gavone, compreso il barattolo delle crocchette del cane.
Da allora evito i supermercati delle grandi città, e in queste evito proprio di lasciare il camper incustodito, preferisco sempre in tal caso appoggiarmi a campeggi o aree di sosta. E per la spesa la faccio nei piccoli centri, privilegiando comunque i piccoli negozi locali anziché la grande distribuzione.

 

Grazie Patrizia per la tua disponibilità e come diciamo sempre: Avanti tutta!

eccola: Patrizia Macchini

 

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Dunque, sembra essere facile scegliere di vivere in camper, di adattarsi ad una vita che molti apprezzano e la considerano valida per le vacanze o per i fine settimana;
coraggio e fortuna non devono mai mancare così come la fiducia nel prossimo; sarà il nostro futuro?

Che ne pensate? Avete mai sognato di dire “Io vivo in camper”?