Ora di cena, si va in tavola.
Come di consueto ci accompagnano le varie pubblicità fino all’arrivo di una nota trasmissione di contronotizia; in essa si alternano vari servizi di attualità.

Avvengono salvataggi, informazioni e accalappiamenti di individui poco raccomandabili che sfruttando persone ingenue si arricchiscono.
Si susseguono le interviste, le contronotizie vanno e vengono.

Tra questi inviati, tra questi giornalisti è il momento di quello che si occupa dei nostri fratelli umani animali.

Il simpatico inviato arriva in un allevamento di cani di taglia grande, arriva perché chiamato da qualcuno che stanco dei fatti ha deciso di farli smettere o almeno di rendere nota la situazione.

Dopo appostamenti che rivelano l’esattezza della segnalazione, il nostro inviato interviene, entra di soppiatto ma purtroppo troppo tardi… quel cane è già deceduto.
Quel cane che poco prima avevano mostrato intento a giocare, ora è sul Ponte.

Il nostro inviato chiede spiegazioni ai presenti, il medico si giustifica, adduce una malattia pur sapendo di mentire; gli viene ricordato un giuramento, “quel” giuramento…
il medico veterinario tace e sospira.

Il medico veterinario tace e sospira… io invece ribollo.

Si chiede l’intervento delle guardie forestali.
Arrivano nell’abitazione del proprietario dell’allevamento in oggetto.
Egli si ritira in casa, dice che è solo responsabilità del medico veterinario.

Io ribollo sempre di più, ma ancora non è tutto, non ancora.

L’intervento delle guardie fa uscire allo scoperto il proprietario, si torna con lui al terreno dell’allevamento, viene messa in funzione la scavatrice che…
lascio ad ognuno immaginare quel che riesce a trovare scavando.

Qui i cani fuori misura, i cani non belli, non reputati perfetti vengono soppressi; qui i cani non belli vengono soppressi… sì esattamente così.
Non avvengono decessi per vecchiaia, morti causate da malattie… no.

Qui i cani non belli, non ritenuti idonei per i concorsi di bellezza, quelli che forse resterebbero invenduti, vengono soppressi.

Il proprietario davanti allo sguardo allucinato dell’inviato, conclude il servizio con questa frase che mi rimarrà per sempre nella testa:
Noi siamo l’unica razza che può decidere se e chi deve rimanere; loro non sanno nemmeno che sono cani, siamo noi che li chiamiamo cani…
e si accende il sigaro sfidando lo sguardo del nostro simpatico inviato costretto a chiudere il servizio.

Se questo è un uomo.

Io credo che finché esisteranno “persone” con queste menti, avremo poco da fare e molto da combattere.

se-questo-e-un-uomo