E sì, sembra un gioco ma non lo è: è una simpatica cittadina pugliese e si chiama proprio Monopoli.

un nome particolare, perché?

Nonostante si sia ben oltre il duemila, ancora non si sa il perché Monopoli si chiami proprio così, o meglio non si sa molto sulle origini del nome di questa graziosa cittadina sul mare.
Da sempre si sono fatte varie ipotesi ma in verità sembra che nessuna sia davvero quella reale; alcuni affermano che è un nome di provenienza greca ed altri dicono essere perché la forma dei promontori hanno la forma di una mano o alcuni asseriscono perché è la città delle grotte, ma ancora certezze non se ne hanno, se non che a Monopoli vi è un bel mare blu.
Però a pensarci bene il nome sembra davvero di origine greca: monos polis o no? 

un po’ di storia

Monopoli non si allontana dalle sue tradizioni che le arrivano dal mare, è una cittadina con un porto commerciale e di pescatori, ma anche di cantieri navali; le origini sono davvero antiche quando gli abitanti vivevano in capanne e formavano così un villaggio marinaro.
Inizialmente questo villaggio era abitato soltanto da locali ma lentamente si trasformò nella città messapica con un porto canale molto attivo ed una cinta muraria molto importante dove poi in seguito l’arrivo dei romani pose una porta, porta che ora si trova inserita nel castello costruito successivamente.
La maggiore influenza ed importanza Monopoli la raggiunge nel Medioevo, infatti nelle carte antiche viene esaltata la grandezza del suo porto quanto quelli di Bari e Brindisi.

il castello

Anche qui a Monopoli abbiamo un castello, visitabile sul percorso sulle mura è costruito quasi sul mare; questo faceva parte di tutto il sistema di difesa cittadino con una torre a forma di cilindro e nei sotterrai sorge una antica chiesa dedicata a San Nicola della Pinna che al tempo divenne la chiesa proprio della fortezza. Perché della Pinna? La risposta è data dalla posizione della fortezza, del castello: sulla parte di Monopoli più sporgente sul mare.
Il castello ora diventato un carcere ma un personaggio storico narra che la metà di questo castello si trova esattamente dentro il mare e proprio lì sotto si potevano pescare dei coralli.

San Nicola della Pinna

Come accennato nel racconto del castello, nei sotterranei di questo troviamo questa chiesa di cui fa parte anche un monastero;
il tutto molto antico è risalente al decimo secolo dove al tempo in questi locali vivevano le guardie proprie del castello ed il nome Pinna deriva dalla posizione della chiesa: nella parte più sporgente sul mare.
Talmente importante questa chiesa che l’allora papa Alessandro III li cita nella sua bolla, così come in seguito fece anche papa Bonifacio IX; purtroppo però non se ne hanno più le prove scritte.

ed Egnazia

Uscendo da Monopoli utilizzando la Porta Vecchia che alcuni chiamano ancora Porta Foca dal nome dell’Imperatore Foca di Bisanzio che sembra l’avesse costruita, inizia la strada che ancora arriva ad Egnazia.
Era questa una città antica di cui ora a testimonianza della sua presenza sono rimasti soltanto dei ruderi; il suo nome deriva dal porto che era usato maggiormente per arrivare alla via omonima che era la strada antica
che nella Repubblica Romana univa l’Adriatico con l’Egeo ed il Mar Nero; strada voluta e costruita su ordine del preconsole macedone Gaio Ignazio.

 

 

Visitare questi scavi, questi ruderi, è come fare un passo nella storia così come avviene se si va a visitare Pompei o Paestum, escludendo i rumori esterni ci si ritrova esattamente in quel periodo storico.

 

 

 

 

e la leggenda? è nella cattedrale!

La costruzione di questa imponente cattedrale sembra dovuta all’arrivo fortuito dal mare dell’icona della Madonna della Madia.
Il suo arrivo fu davvero prodigioso così come si legge all’esterno, sembra infatti che era parte di un carico di travi sistemate sulla nave come una madia, che sarebbero state usate per completare i lavori del tetto della chiesa stessa in sostituzione di un vecchio tempio.
Ecco che prende “forma” l’incrocio tra la storia e la leggenda.
Sembra che la Madonna nella notte tra il 15 ed il 16 dicembre del 1117 andò in sogno ad una persona molto religiosa di Monopoli tal Mercurio, avvisandolo che nel porto era arrivato il materiale richiesto.
Mercurio senza attendere il mattino successivo, subito nella notte stessa andò ad informare il vescovo che non gli credette affatto;
e dato che questa “cosa” si ripeté per tre volte, alla fine Mercurio si recò personalmente al porto per verificare.
Giuntovi si rese conto che quanto veniva detto dalla Madonna nel sogno era vero, era lì una zattera grande con delle grandi travi e tutto contento corse dal vescovo per riferire; preparata quindi la processione per il trasporto il vescovo notò che in mezzo alle travi vi era un’icona della Madonna con il Bambino in braccio.


La leggenda narra che la zattera era tornata indietro tre volte per colpa della incredulità del vescovo, ecco perché i tre sogni premonitori nel sonno di Mercurio.

La Madonna della Madia è comunque il nome dato perché in spagnolo madia è almadia il cui significato è insieme di travi, ossia zattera e pertanto dire Madonna della Madia è come dire Madonna della zattera.
Queste travi sono visibili ed esposte in un armadio a muro nella cappella propriamente detta delle travi.

una curiosità molto molto simpatica

Camminando lungo i vicoli si trovano spesso vari murales, che non sono davvero tali ma sembrano delle stampe affisse ai muri a rappresentare scenette davvero carine e simpatiche; sicuramente se andate le troverete e magari girando un angolo vi sorprenderanno così come han fatto con me.

ed una un po’ così, “mummificata”

Un po’ così perché potrebbe suscitare qualche pensiero triste o magari potrebbe far impressione a chi è debole e si commuove nel vedere alcune mummie risalenti ai tempi antichi la cui morte a volte fu misteriosa.
Nella cappella sinistra della chiesa dedicata a Santa Maria del Suffragio, alias il Purgatorio, vi sono appunto queste mummie ed una molto piccola: una bambina di soli due anni, cosa quasi normale all’epoca non sopravvivere oltre questa età.
Ebbene nulla da dire se non che davvero lì dentro il silenzio parla da sé e insomma, diciamo essere un bel pensiero rivolto a chi non è più ma che per alcuni potrebbe essere impressionante; quindi se non siete abbastanza curiosi ma soprattutto molto sensibili, non guardate il video qui sotto.

la sosta è stata poco più giù, e la trovate nella sezione apposita, buona passeggiata.