La cosa più importante ed in assoluto da fare è ATTENZIONE!
Non esiste cane che non cammini con il naso a terra, sempre pronto ad annusare e ad arraffare qualsiasi cosa ci sia di “buono”.Proprio per questo dobbiamo innanzitutto educare il nostro Amico affinché non raccolga nulla da terra, con calma ce lo spiegherà il nostro educatore di fiducia e lui/lei imparerà che le cose “buone” non sono in terra ma a casa, così come a camminare al nostro fianco anche senza il guinzaglio; ma vediamo come possiamo intervenire in maniera rapida di fronte ad un episodio che sarebbe meglio non accadesse.

Nel caso non si tratti di avvelenamento, ma di ritrovamento di bocconi cosparsi di chiodi, puntine da disegno, ovvio che l’intervento del veterinario per asportare quanto ingerito deve essere immediato, così come la corsa verso il suo studio.

Perché?

Capita molto spesso, specialmente nella stagione estiva, di frequentare boschi o parchi, ma anche il giardinetto sotto casa; proprio in questi luoghi sono possibili ritrovamenti sospetti;
ma è anche vero che molti cani vengono avvelenati perché danno “fastidio” al quartiere, perché abbaiano, perché “fanno paura” ai bambini… ognuno ha la sua scusa (non per me) più che valida; anche se devo dire per esperienza personale di aver constatato che molti cani da tartufo vengono avvelenati anche per evitare i concorrenti, ogni motivo secondo gli avvelenatori è valido.

Come difendersi?

Anche se può sembrare brutto, un consiglio che dovrebbe essere seguito, se non siamo sicuri che il nostro Amico sia davvero indifferente alle cose “buone” lasciate a terra, è quello di far indossare una museruola quando si decide di fare una passeggiata in un parco o in un bosco, ma anche in una pineta che non conosciamo e che potrebbe essere “pericolosa”, perché basta meno di un secondo per far inghiottire un bocconcino fatale.

Come capire?

Come ovvio che sia, ogni veleno ha una sua sintomatologia, vediamo i più comuni ed i più usati:

  • stricnina: agendo sul sistema nervoso centrale provoca quindi la rigidità degli arti che risulteranno estesi al massimo con la schiena tendente a curvarsi e le orecchie erette;
    le pupille si dilatano e le labbra saranno contratte verso dietro con le mucose in cianosi; il decesso a cui porta questo tipo di veleno, avviene per anossia (mancanza di ossigeno cerebrale) purtroppo con un’agonia in cui il nostro Amico rimane cosciente;
  • topicida: i sintomi che si notano sono il pallore delle mucose e il respiro affaticato, stanchezza elevata a prostrazione; il decesso avviene per causa di emorragie interne e non immediatamente.
  • fungicida, insetticida, acaricida: sono vari tipi di veleni che non agiscono solo quando vengono ingeriti ma anche quando vengono inalati;
  • liquido antigelo: il veleno che è contenuto in esso provoca il blocco della funzionalità renale e poi la morte;
  • cianuro: anche se solo inalato questo tipo di veleno è in grado di paralizzare gli organi respiratori e provocare danni irreparabili al sistema nervoso centrale.

Cosa fare?

Al minimo dubbio, al minimo sospetto che il nostro Amico abbia ingerito o inalato qualche tipo di veleno, è necessario avvisare il proprio veterinario di fiducia o se siamo lontani, il più vicino;
ci dirà cosa fare all’istante e poi andare immediatamente.

Nel frattempo, in attesa dell’arrivo del medico, può sempre rivelarsi utile far bere al nostro Amico dell’acqua calda parecchio salata che provocherà il vomito e in parte la fuoriuscita del veleno;
oppure se ne abbiamo possiamo montare a neve delle chiare di uovo e farle mangiare, ma ritengo che il primo sia più rapido; mai dare del latte come faremmo per noi umani.

Molto importante è mantenere la calma, perché se siamo calmi noi lo è anche lui/lei; una volta giunto il veterinario avvisare anche il centro veleni più vicino per informare sull’accaduto, specificando luogo e situazione.

Denunciare sempre!

Per evitare il ripetersi di queste situazioni abbiamo la Giurisprudenza dalla nostra parte, infatti varie leggi regolano queste argomentazioni e reati.
Vediamo, infatti che la Legge 11 febbraio 1992 n. 157  sulla caccia, recita in alcuni articoli:

… la fauna selvatica è protetta dallo Stato;
… è espressamente vietato diffondere veleni  dalla legge sulla caccia (che prevede un’ammenda fino a € 1549,37) nonché dalle leggi sanitarie (art. 146 T.U. Leggi Sanitarie, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46);

inoltre recentemente la Legge 20 luglio 2004 n. 189 prevede pene severe per chi maltratta in qualsiasi modo gli animali e per chi li abbandona.

Tornando comunque al problema avvelenamento, ricordo che da non molto anche il Ministero della salute ha prorogato l’Ordinanza riguardante le norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o bocconi avvelenati, il cui testo può esser letto sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, del 3 marzo 2014 n. 51.

Pertanto la denuncia diventa fondamentale da parte nostra perché permetterà di rendere noto l’accaduto all’Autorità competente in ogni caso: sia che sia avvenuto il decesso o meno, sia che si tratti di nostro Amico o di randagio, sia che si tratti di solo tentato avvelenamento.

Dove denunciare?

La denuncia di avvelenamento potrà essere presentata in forma scritta presso qualsiasi organo di Polizia, locale o statale anche contro ignoti;
in questa maniera si potrà presto o tardi risalire all’autore del reato e permettere agli organi competenti di provvedere nella giusta misura.

 

Ed ora buona passeggiata!