Roma, la classica Roma chi non ambisce a visitarla tutta? A chiunque io dica di essere di Roma mi risponde con un sospiro, ma in pochi conoscono questo quartiere: Coppedè. E oggi vi ci porto.

 

All’interno del quartiere Trieste tra gli isolati vicino di Via Tagliamento, nota anche per il Piper (famosa discoteca romana), si trovano alcuni palazzetti “strani” 😉 con facciate particolari.

la storia

Si tratta di tornare nel secolo scorso e ai suoi inizi, infatti proprio nel 1915 la Società Anonima Edilizia Moderna (SAEM) idealizza una zona da edificare tra i già esistenti quartieri Parioli, Salario e Trieste; l’idea inizia a prendere forma e i progetti vengono affidati all’architetto Gino Coppedè che già a Genova aveva iniziato un analogo percorso.
Per iniziare i lavori bisogna rispettare vari vincoli imposti dalla sovrintendenza della commissione edilizia e seguire le varie concessioni dell’assessore all’urbanistica e così trascorre più di un anno finché si parte con le opere che vedranno terminati i soli Palazzi degli Ambasciatori nel 1921.

il quartiere incompiuto

Il completamento dei Palazzi degli Ambasciatori non è la fine dei lavori, tutt’altro, ma questi iniziati dal Coppedè, venuto a mancare nel 1927, verranno terminati da Paolo Emilio André.
I lavori proseguirono quindi seguendo il piano dell’opera che comprendeva diciotto palazzi, palazzine che richiamassero lo stile romano anche con l’utilizzo del travertino e le varie cornici come richiesto proprio dalla commissione edilizia.

Gino Coppedè

Grande architetto fiorentino e figlio di altrettanto maestro fu un artista versatile a cui a volte vennero attribuiti i lavori in stile Liberty; i suoi lavori sparsi in quasi tutta la penisola li possiamo ammirare a Genova come a Napoli e a Messina oltre che a Roma.
Un anno prima della sua dipartita venne nominato Professore emerito dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze ma nel settembre del 1927 una brutta infezione polmonare se lo porta via.

 

cos’è il quartiere Coppedè

Facile da spiegare o più facile sarà andare a vedere? Sicuramente se siete in visita a Roma meglio andare a vedere, ne varrà la pena come tante altre cose.

 

 

 

Dunque, quando si arriva da Via Tagliamento la prima cosa che salta all’occhio abituato a palazzi “normali” è un grande Arco che unisce due palazzi ed è proprio una fedelissima riproduzione ripresa dal film Cabiria.

 

 

un quartiere strano ma bello

 

Se fin qui nulla di strano può sembrare, ecco che sotto l’arco e sopra alle nostre teste possiamo ammirare un grande lampadario in ferro battuto anche se si è in strada.

 

 

 

 

Entrando e passando sotto questo arco si arriva in una piazzetta con al centro una fontana sul cui bordo ci sono delle rane così come nell’interno di ogni conchiglia  🙂

da film

L’architettura di questo quartiere si è prestata molto a riprese di vari film tra cui alcuni di Dario Argento, Richard Donner e Carlo Vanzina; ma oltre ad essere ottimo luogo per riprese da film, in queste villette trovarono alloggio personaggi come Beniamino Gigli e vari Ambasciatori, ancor oggi in una di queste villette si trova l’ambasciata del Sudafrica.

E sembra davvero di entrare in un altro mondo quando si cammina tra questi palazzetti, con queste decorazioni “strane” e queste forme altrettanto.

 

 

 

 

Roma nasconde tanti tesori e questo ne è uno tra i tanti, quindi lo conoscevate il quartiere Coppedè?

 

 

 

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