Questa volta SBrigolo ci attenderà a casa, voleremo verso Praga senza di lui, sarà triste lasciarlo ma sarà bellissimo ritrovarlo.

Sarebbe troppo impegnativo il viaggio di andata e ritorno, per un soggiorno di quattro notti appena;
quindi lasciate le sei ruote (più una) a terra con non poca malinconia, ci imbarchiamo ed iniziamo il volo dall’aeroporto di Fiumicino: tempo previsto un’ora e cinquantacinque minuti, tra nuvole, sole e pace!

voliamo… 

Il comandante rispetta gli orari di partenza e di percorrenza quindi atterriamo a Praga puntuali, non ci resta che iniziare a guardarci intorno per renderci un po’ conto che dobbiamo parlare “almeno” in inglese… panico! ma no… con un po’ di coraggio ce la possiamo fare;
sembra di “tornar” ragazzi… tra parole azzeccate ed altre tirate a caso… riusciamo ad acquistare i biglietti per il primo bus per la città.

 

Qui l’aeroporto sembra tranquillo e silenzioso a dispetto di Fiumicino sempre caotico al massimo, si respira aria fresca, peccato la nebbia…, ma si sa che quando è nuvolo è facile che ci sia anche lei a creare atmosfera.
Usciamo dunque dall’aeroporto e andiamo a prendere il nostro autobus, il 119 che ci porterà alla metropolitana, giunti lì dovremo trovare il nostro tram 13 fino in hotel, la stazione della metro che ci accoglie dopo il bus è la Muzeum, la stessa che si affaccia sullla piazza di san Venceslao.

prosciutto in piazza

Arrivati in hotel e lasciati i bagagli, telefoniamo a casa per tranquillizzare che è andato tutto per il verso giusto, poi via verso l’avventura “praghese” che ci vede subito alla scoperta di piazza San Venceslao (Václavské náměstí) ed essendosi fatta l’ora di pranzo, anzi di più, ci mettiamo alla ricerca di qualcosa da mangiare, e cosa di meglio dei piatti tipici locali?
Le bancarelle che alloggiano nella piazza direi che come inizio sono molto interessanti, il fuoco di una brace ci alletta e ci avviciniamo perché un buon sano pezzo di prosciutto va bene, dico e sottolineo pezzo perché proprio di pezzo si tratta; per non rimanere con la fame, ci affrettiamo anche ad assaggiare una buona e saporita “ciotola” di un altro piatto tipico, patate crauti e baçon, per scoprire subito dopo che non è baçon ma lo stesso prosciutto famoso locale e definire buono il tutto non basta, va assaggiato.

 

 

sotto l’orologio

La passeggiata prosegue e presto ci ritroviamo nei pressi di un’altra famosa piazza: Piazza della Città Vecchia (Staroměstské náměstí), qui i vari stili esplodono e si riappacificano tra loro rapidamente;
sullo sfondo troviamo il palazzo del Municipio con la torre dell’orologio astronomico (Staroměstský orloj) che oltre ad indicare l’orario, ogni giorno alle ore 12 esegue il suo rito con tutti i dodici apostoli che vanno in corteo; questa piazza non è mai vuota, a qualsiasi ora circola gente, artisti di strada si danno il cambio, è davvero molto bella, ed anche se non è l’unica per me rimane la migliore.

santa maria di Tyn

Ma andiamo avanti, su un altro lato della piazza troviamo la Cattedrale di Santa Maria di Tyn (Týnského chrámu) che in stile perfettamente gotico risale al 1300 circa, purtroppo non si riesce a vederla per intero se non stando a debita distanza perché le abitazioni circostanti sono state costruite proprio a ridosso se non attaccate alle sue mura;
meno nota ma non per questo meno bella è la Chiesa di San Nicola (Kostel sv. Mikuláše), sempre nella stessa piazza vecchia, opposta alla Cattedrale di Tyn e avente il ruolo di parrocchia che nel 1620 ospitò un monastero benedettino.

il ponte

Proseguendo dietro l’orologio ci possiamo dirigere verso il più che famoso Ponte Carlo (Karlův most) anch’esso sempre affollato;
utilizzato per attraversare il fiume Moldava collega la città vecchia con il quartiere Malà Strana; anche qui incontriamo vari artisti di strada, tra cui ricordo con piacere un gruppetto di amici canterini avanti con gli anni che mi hanno trattenuta per parecchi minuti e coinvolta a cantar (quasi) con loro… facendomi dimenticare il freddo pungente di quella sera di novembre.

si danza a palazzo

Lasciando il ponte e prendendo il tram 17 che costeggia il Moldava arriviamo dritti dritti al Palazzo Danzante (tančící dům) o meglio “La Casa Danzante” che immagino ognuno saprà in onore di chi è stato costruito…
no? allora…: l’architetto croato nato a Praga (Milunic) costruì questo palazzo tra il 1994 e il 1996, dapprima si doveva trattare di edificio adibito a spazio culturale, poi divenne sede di vari uffici e di un ristorante francese all’ultimo piano; comunque la forma “strana” è a ricordare i famosi ballerini Ginger Roger e Fred Astaire: la colonna di sinistra rappresenta lei e la colonna di destra rappresenta lui che la sostiene.

il castello

Dando le spalle alla casa danzante, possiamo incantarci con la visione del Castello di Praga (Pražský hrad) che in notturna fa davvero un effetto da fiaba… niente male;
ma lo visiteremo domani, per ora si torna in hotel a riposare.

La seconda giornata ci vede proprio all’interno del Castello, dove all’entrata, a mezzogiorno avviene il cambio della Guardia Reale, ma ovviamente noi non facciamo in tempo ad assistere e quindi entriamo a visitare quanto ci offrirà, ben sapendo che non sarà una visita breve.
Entrando subito notiamo e visitiamo la Cattedrale di San Vito (Katedrála svatého Víta), simile a quella di Santa maria diTyn, ma secondo me più bella; questa attuale è la terza eretta in questo luogo, perché la prima fu costruita nel 929 da San Venceslao, seguita poi da una in stile romanico nell’anno 1000 per finire poi con l’ultima costruzione di Matthias di Arras incaricato da Carlo IV che la terminò nel 1929.

Camminando all’interno del castello, troviamo ovviamente le sale delle torture, altre chiese e chiesette fino ad arrivare al famoso Vicolo d’Oro (Zlatá ulička) di cui immagino conoscete la storia…
Il Vicolo d’Oro è una stradina interna al castello dove furono costruiti bassi edifici per ospitare inizialmente le ventiquattro guardie reali e le loro famiglie per poi lasciar posto agli orafi con le loro botteghe, da ricordare che al numero ventidue abitò anche Franz Kafka; il nome però deriva proprio dagli ultimi abitanti che erano orafi;
si narra anche che questa era la Via degli Alchimisti vissuti qui mentre tentavano di trasformare il ferro in oro… ma non credo vi siano riusciti.
Anche la seconda giornata volge a conclusione, quindi verso le 18 facciamo ritorno in hotel stanchi ma soddisfatti.

l’antico cimitero ebraico

La terza giornata si apre con la visita al vecchio e ormai monumentale, cimitero ebraico (Starý židovský hřbitov) e qui il silenzio è d’obbligo, perché assicuro che girare tra quelle grida silenziose non fa un buon effetto; i muri con tutti i nomi di chi fu fanno accapponare la pelle, per non parlare delle foto e dei disegni dei bambini che resteranno tali nell’eternità, dico solo che non si riesce a stare troppo tempo in osservazione senza piangere, meglio uscire… ed evitare di pensare troppo!
La visita alle tombe che sembrano esser rimosse, come a voler fuggire, fa uno strano effetto, fa pensare a quanto siamo impotenti.

in collina

Usiciamo dal cimitero, visitiamo le bancarelle che trovano posto lì nei pressi e con uno dei favolosi e frequenti tram e ci spostiamo verso la Collina di Petrin (Petřín) dove per salire fin sù approfittiamo della funicolare; una volta giunti in cima, visitiamo la famosa Torre panoramica (Petřínská rozhledna) che vorrebbe somigliare (secondo me senza successo) alla Eiffel;
come due ragazzini entriamo nel Labirinto degli specchi e ci divertiamo da matti… le risate sono assicurate e se passate per Praga non mancatelo.
Per scendere si può usare la stessa funicolare oppure una passeggiata a piedi che volendo potrà anche volgere verso il castello attraversando i giardini, oppure ci si ritroverà nella piazza vecchia.

 

 

Noi abbiamo fatto metà percorso a piedi poi abbiamo riapprofittato della funicolare e dopo esserci rifocillati in un piccolo pub abbiamo passeggiato sul lungofiume,
la nebbia ci ha accompagnati quasi per tutta la vacanza ma ci ha permesso di vedere anche lo spettacolo dell’isola di Kampa (Na Kampě) che a prima vista avevo quasi scambiato per l’isola di San Giorgio (…), se non addirittura per la “mia” Isola Tiberina.

un’altra piazza

La giornata volge al termine e pian piano sempre con il tram, uno dei tanti che popolano Praga, decidiamo di rientrare;
questa volta però invece di arrivar diritti in hotel scegliamo di scendere a Piazza Carlo (Náměstí Karlův) per visitare alcuni negozietti locali e mai davvero avrei immaginato di vedere, di trovare una persona così “bella” in una bottega antica e soprattutto adatta a lui, un vero antiquario nel suo negozio di cianfrusaglie preziose, dove non siamo entrati per non perdere il volo di ritorno a casa…
l’immagine che è nella gallery sembra offuscata, ma tra lui e noi c’erano almeno quattro vetrine… mettiamoci poi lo zoom e l’effetto è ad hoc!

Ma la sorpresa non è sta l’unica in quella giornata, perché dietro un angolo, in una via nascosta… son riuscita a scovare addirittura un club di cui ignoravo l’esistenza, la storia è lunga da narrare, e magari la conoscete già, per chi non la sa, ne parlerò a parte: promesso!

 

Ata Bra Golem Dewuk Hachomer W’tigzar Zedim Chewel Torfe Jisrael
(“Crea un Golem di argilla e annienta la malvagia canaglia divoratrice di Ebrei”).

 

 

…e la prossima volta che visiterò questa città, sarà il primo luogo dove entrerò!
Promesso!