In questi giorni ricorre il centenario della sua morte, o meglio il centenario della sua uccisione, il centenario della scomparsa di Mata Hari, Margaretha.

Lei

Mata Hari, il cui vero nome era Margaretha Geertruida Zelle nasce a a Leeuwarden il 7 agosto del 1876, in Olanda.
Mata Hari viene da una famiglia “normale”, proprietaria di un mulino e di una fattoria che gli permetteva di vivere in un bel palazzo antico e famoso nel centro della città olandese. Nonostante fosse nordeuropesa, Mata Hari non ha una pelle chiara e questo la fa sentire diversa dai suoi coetanei e olandesi concittadini.

 

 

A causa del decadimento della fattoria di suo padre, ceduta poi in seguito, Margaretha deve abbandonaare la scuola che frequenta assistendo poi, anche alla separazione dei genitori.
Così inizia la vita movimentata di Margaretha che si vede trasferire e andare a vivere dal suo padrino; qui torna a scuola ma le brutte attenzioni del direttore scolastico fanno sì che lei lasci le aule e venga trasferita nuovamente a casa di un altro zio.

 

 

 

il tempo trascorre

Dopo qualche anno, per caso Margaretha viene a conoscenza di una richiesta di matrimonio da parte di un ufficiale, tal capitano Mac Leod, molto più grande di lei che sofferente di alcune malattie cerca compagnia;

 

lei non tarda a rispondere alla richiesta trovata, ed ottenuto il consenso da parte di suo padre sposa il suo Capitano con cui si stabilisce a vivere ad Amsterdam insieme alla sorella di suo marito.
Come spesso nei matrimoni, alla coppia arriva un figlio e poco dopo la famigliola si trasferisce a Giava, a causa del richiamo alle armi del Capitano, dove un anno dopo arriva un’altra figliola.

 

 

 

 tra i trasferimenti,

Se tutto sembra andare per le giuste vie, i trasferimenti nei villaggi indonesiani non giovano alla coppia che inizia a litigare proprio per le abitudini locali che Margaretha non comprende e che non accetta; inoltre la promozione del Capitano a Maggiore permette a Margaretha di conoscere un mondo diverso a cui non era abituata e naturalmente le gelosie del Maggiore aumentano quando Margaretha conosce alcune danze locali che apprezza tantissimo ed impara velocemente.
Tutto questo accelera la decisione del Maggiore, di rientrare in patria, quindi nel 1902 la famigliola torna in Olanda.

i balli

 

Felice di esser tornata a casa e ignara di quanto poi le sarebbe succeso, Margaretha chiede la separazione da suo marito e con la figliola rimasta unica si trasferisce da suo zio a L’Aja, ma poco dopo la bambina viene affidata al padre e la donna rimane sola.
Senza scoraggiarsi Margaretha si ricorda dei balli che ha imparato in Indonesia, li rammenta e si allena finché decide di andare a Parigi per tentare una nuova avventura con la speranzadi una felicità che spera giunga presto.

 

 

 

 e i vari lavori

Per sostenersi Margaretha si adatta a diversi lavori, lavora in un circo, in teatri e qualcuno racconta anche di averla vista prostituirsi, ma riguardo quest’ultima “attività” sono solo alcune voci;
tutto procede, seppur non nel migliore dei modi finché non conosce il direttore di una scuola locale e molto importante che notate le sue doti anche di danzatrice le chiede di esibirsi in casa sua durante una festa privata.
Questo fu finalmente il suo salto di carriera che la rese danzatrice a tutti gli effetti, tant’è che venne definita la danzatrice venuta dall’Oriente seppur le sue origini fossero tutt’altro.

Mata Hari, finalmente!

Le sue esibizioni continuano, fino a quando tra una festa privata e l’altra viene notata da un industriale collezionista di oggetti orientali che le offre di esibirsi nel suo museo, come un gioiello orientale in movimento; l’offerta è valida ma a patto di cambiare il nome in uno più esotico e forse più adatto al tipo che ora era diventata, così Margaretha divenne per tutti Mata Hari, cioè Occhio dell’Alba, che più semplicemente significa Sole.
Naturalmente il successo nel museo fu elevato a tal punto che dovette dire di essere nata a Giava e di aver vissuto per anni in Indonesia, per giustificare le sue movenze ed attidudini alla danza locale. Ora la sua carriera appena iniziata la fa approdare al Moulin Rouge, in tournée in Spagna e in altri luoghi, ma ovunque si presentasse il successo era garantito, prsino al teatro Alla Scala di Milano.

 

e poi… la guerra,

Durante la sua carriera arriva la guerra, arrivano altri amanti e lei si trova in una spirale di cui nemmeno si rende conto;
le sue conoscenze altolocate e con alcuni militari la portano ad essere controllata, spiata e sorvegliata sia dai francesi che dagli inglesi; ma lei così ingenua si trasferisce in Francia ottenendo il permesso di passaggio dichiarando, in confidenza, di aver alcune conoscenze utili a loro stessi.

il doppio gioco?

Giunta a Vittel Mata Hari si dedica alla vita mondana con gli ufficiali francesi da cui ogni tanto riceve alcune informazioni che prontamente riferisce agli agenti tedeschi;
a volte si sposta in Spagna per tentare di conoscere altri movimenti, ma sempre senza sapere di essere super controllata da tutti, finché un giorno, di ritorno verso L’Aia viene arrestata.
Mata Hari viene arrestata perché scambiata per un’altra ballerina e sospettata di essere una spia tedesca, ma rilasciata appena scoperto l’errore.
Questo brutto episodio, non la sconvolge perché a Madrid prosegue nel suo ruolo di informatrice tedesca e francese, ma questo non per molto, purtroppo (o per fortuna?).

l’arresto

La scoperta del suo doppio gioco avviene per merito del militare tedesco von Kalle che riferisce del sospetto ai suoi superiori, i quali approfittando di un vecchio codice di trasmissione, tramite la Torre Eiffel, riescono a captare e intercettare i messaggi che portano poi ad arrestare Mata Hari il 13 febbraio del 1917 poco dopo il suo rientro a Parigi;
i militari la trovano tranquilla, nel suo alloggio presso l’albergo Elysée Palace e la conducono nel carcere di Saint Lazare.

il processo

Mata Hari non ha un processo molto lungo, lei nega ogni accusa, si dichiara estranea a tutto quanto le viene detto e riguardo le somme ricevute in denaro lei afferma essere regali dei suoi amanti; dichiara di aver ricevuto una proposta dalla Francia ma nulla di tutto questo riesce ad aiutarla e scagionarla dall’accusa di spionaggio;
fino a quel momento sembra che le accuse non siano fondate, finché non arrivano le trascrizioni dei messaggi tedeschi intercettati a cui lei risponde essere solo una vendetta di un uomo respinto.
Gli ufficiali francesi chiamati a testimoniare, la difendono assicurando che per loro non era una spia e di non averla mai considerata tale né di averle mai proposto alcun lavoro del genere;
quindi sembra che la strada diventa facile fino alla deposizione di un ufficiale russo che accelera la chiusura del processo con la sua condanna.

e la fine

La fine di Mata Hari giunge il 15 ottobre del 1917, dopo la conferma della Corte d’Appello e la successiva domanda di grazia respinta;
quel lunedì Margaretha svegliata all’alba si prepara e si veste con la sua solita eleganza, riceve il battesimo dal sacerdote del carcere e insieme a due suore sale su un furgone verso il castello di Vincennes;
lì è ad attenderla un plotone di esecuzione, soldati tornati dal fronte che la guardano tristemente a cui era stato assegnato il compito di giustiziarla.

 

 

Il saluto delle armi, il suo essere legata al palo e senza la benda per sua scelta, fu il suo ultimo cenno alla vita; undici colpi risuonarono per lei, di cui otto a vuoto, uno al ginocchio, uno al fianco, uno diritto al cuore.
Le spoglie di Mata Hari, Margaretha non furono richieste da nessuno, la sua sepoltura avvenne in una fossa comune tranne la testa che fu rubata negli anni cinquanta e mai si seppe per quale motivo.

 

 

 

 

 

P.S.: A me ha sempre affascinato questa donna, ho sempre pensato essere stata troppo ingenua, ma al tempo stesso incompresa;
non ho mai creduto nel suo essere spia e se lo è stata forse non se ne è mai resa conto sul serio.

 

[le foto sono state tratte dal web]