Roma ha tante chiese, basiliche e affini, questa che visitiamo oggi è situata nel centro di Roma e domina una tra le piazze più belle della città grazie alla sua posizione sul Monte Pincio, siamo a Trinità dei Monti.

un po’ di storia

Per conoscere questa chiesa dobbiamo risalire quasi alla fine del millecinquecento, quando l’allora re di Francia Carlo VIII acquistò una parte dell’antica Villa di Lucullo per dare un luogo di culto ad alcuni religiosi francesi dell’Ordine dei Minimi in seguito all’aiuto spirituale ricevuto dal fondatore dell’ordine stesso: Francesco di Paola.
I lavori iniziarono e la chiesa fu consacrata quando vi fu la canonizzazione proprio del fondatore: San Francesco di Paola; da allora e ancora adesso Trinità dei Monti è considerata come la “chiesa romana dei re di Francia”, anche perché le pietre per la sua costruzione iniziarono ad arrivare direttamente dalla regione di Narbonne.

dall’Acqua Vergine

Abbiamo detto che, dove fu costruita la chiesa di Trinità dei Monti vi era l’antica Villa di Lucullo, una tra le più belle ville di Roma se non la più bella e grande con annessi campi e vigneti e dove dal sottosuolo spuntava una condotta d’acqua con la sua bella origine leggendaria: l’Acqua Vergine.
Il nome di questo acquedotto lo si deve ad una giovane donna (virgo) ricordata da Agrippa che indicò una sorgente ad alcuni soldati romani assetati, si sa che però si tratta di una leggenda, infatti  altri attribuiscono il nome ad una sorgente di acqua pura e leggera, con poco calcare.

a Fontana di Trevi

Qualunque sia stata l’origine del nome, quest’antico acquedotto sotterraneo fu proprio creato da Agrippa stesso per alimentare le sue terme: con un percorso di circa venti chilometri partiva dall’attuale zona esterna di Roma denominata ora Salone arrivava fino agli Horti Luculliani per andare a rifornire alcune fontane romane;
le fontane a Roma sono tante ma tra queste rifornite dall’Acqua Vergine ve n’è una con tre vasche attaccate ad un castello termale, appunto Fontana di Trevi ed in seguito anche altre ebbero a riempirsi grazie a queste acque, non essendo più un acquedotto puro e “virgo”.

la scalinata

Saliamo?
Per arrivare su alla chiesa di Trinità dei Monti da Piazza di Spagna bisogna salire dei gradini: la famosa Scalinata di Trinità dei Monti che rappresenta il punto di unione tra le pendici del Pincio e la sottostante piazza.
Questo dislivello doveva essere superato in qualche maniera e sarebbe dovuto somigliare alla scalinata dell’Aracœli che si trova attaccata al Campidoglio; come ogni grande opera non fu semplice realizzare una scalinata e così iniziò una controversia tra lo Stato della Chiesa e la corona di Francia riguardo lo spazio interessato ai lavori che non fece altro che rallentarli;
finché trovato l’accordo con la comparsa dei doppi stemmi araldici i lavori furono ultimati durante il millesettecento.

il Convento dei Minimi

Ne abbiamo già sentito parlare vero? Non è un nome nuovo: il Convento dei Padri Minimi.
E sì, un convento analogo lo abbiamo visitato a Cirella vecchia, in Calabria ma quando era in restauro.
Qui invece possiamo vedere vari lavori che riescono a impressionare, iniziando dal chiostro che riportano nelle lunette le storie di San Francesco da Paola e alcuni ritratti dei reali francesi;
il refettorio mostra numerosi affreschi antichi e altri dipinti realizzati proprio da alcuni Padri Minimi che risalgono sempre al milleseicento raffiguranti alcuni tipi di “anamorfismo”.

le anamorfosi

Alcuni dipinti che possiamo vedere nella galleria sono stati realizzati con questa tecnica chiamata “anamorfismo” che già dall’inizio dell’epoca rinascimentale era una “specialità” della prospettiva e alle sue varie applicazioni.
Dovendo dire in maniera semplice di cosa si tratta, posso tentare di spiegare che la parola deriva dal greco “anamórphosis” dove vuol dire ricostruzione della forma in maniera alterata dall’originale: osservando l’immagine inclinando il nostro punto di vista rispetto al piano dell’immagine torna ad essere nella sua forma iniziale; dovremmo trovarci di fronte ad un’opera per comprenderne in maniera completa il sistema, magari capiterà, perché no?

nella galleria prospettica

Riguardo alle anamorfosi, nella galleria prospettica ne troviamo una che rivela il Santo nella stanza delle rovine realizzata dall’allora artista francese Clérisseau, ma non solo questa sarà visitabile, perché una volta vista una sarà una splendida scoperta vedere le altre e volgere lo sguardo in maniera inclinata per poi riportare la vista alla visione originale.

infine l’obelisco Sallustiano

Infine o inizialmente, dipende da dove ci troviamo, proprio perché davanti a Trinità dei Monti vi è un obelisco, abbastanza ben visibile data la sua altezza e imponenza.

 

 

 

 

 

L’Obelisco Sallustiano si trova lì grazie all’allora Papa Pio VI che lo fece costruire dall’architetto Antinori nella fine del diciottesimo secolo e questo fu il penultimo dei grandi obelischi che troneggiano a Roma imitando quelli egiziani durante l’epoca romana imperiale.
Benché bello, imponente e maestoso, la sua costruzione non trovò molto entusiasmo da parte dei Padri Minimi che temevano danni per la facciata della chiesa, ma il Papa decise per la sistemazione in cima alla scalinata di Trinità dei Monti e così fu, e così è ancora.

 

 

 

 

 

Curiosi di visitare Trinità dei Monti?
Bella è bella parecchio e da lì poi si gode anche di un ottimo panorama su Roma, nel frattempo vi lascio alcune foto e un video, il tutto reso possibile grazie ad Agnes della Comunità di Emmanuele.

 

 

 

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