Siamo nati per viaggiare, lo sappiamo tutti, ci piace girare,ViaggInGirare, per la precisione e nel nostro andar per luoghi abbiamo incontrato varie realtà; tra le più “normali” se così vogliamo chiamarle, perché di tipo vacanziero, ne abbiamo incontrata una diversa dal solito.

Abbiamo conosciuto un signore, un signore taliano che vive nel suo camper da più di un anno oramai insieme ad una compagna insolita: Giuseppe e la micetta.

Ci siamo avvicinati a lui perché ci è subito sembrato simpatico, che poi… la simpatia a noi scatta subito o non scatta mai…; quindi abbiamo conosciuto una persona, così di vista, poi pian piano abbiamo avuto modo di capire che lui non era lì in vacanza come noi; egli era una persona che viveva nel suo camper.

Quindi la curiosità fino ad allora rimasta sopita è venuta a galla, ci siamo chiesti se avremmo potuto approfondire la conoscenza, per far sapere anche ad altri che si può vivere nel camper, avendo determinati accorgimenti e senza invadere gli spazi stradali né quelli del normale vivere civile.
Insomma, si può vivere civilmente anche in camper come in una casa, perché in fondo, un camper è una casa, no?

Ebbene lo abbiamo intervistato, state a sentire!
Per motivi legati alla sua privacy, lo chiameremo Giuseppe e non nomineremo la città dove vive.

Ciao Giuseppe, siamo di ViaggIngiro, possiamo farti alcune domande?
– Ma certo, ditemi pure, se pensate possa aiutarvi; intanto ordiniamo dei caffè, ma pago io va bene?

Ci siamo seduti ad un bar, abbiamo ordinato ed abbiamo iniziato a parlare, come dei vecchi amici.

Giuseppe, da quando e perché hai preso la decisione di vivere nel tuo camper, in fondo questo è un mezzo ricreativo e non è facile imbattersi in qualcuno che ci vive costantemente, dicci pure liberamente come ti trovi e quello che ritieni importante da far sapere.
Beh, non è stato facile prendere la decisione, ma ricordo ancora il giorno che sono uscito di casa, era il 20 dicembre del 2013; lasciavo la casa coniugale dove non mi interessava più vivere a causa di alcuni problemi.

Un po’ di imbarazzo traspare, ma lasciamo stare, ognuno ha i suoi motivi e le sue ragioni, quindi Giuseppe prosegue.

– – Avevo un po’ di soldi da parte e li ho investiti, se così si può dire, nell’acquisto di un camper, dico così perché sappiamo tutti che un mezzo si svaluta come ogni automobile, ma a me sembrava un acquisto molto importante e lo è ancora.
Certo… all’inizio non è stato semplice, anche perché prima del camper decisi di comprare una roulotte, poi rendendomi conto che era tutto più complicato ho dovuto optare per un camper, ecco… dalla roulotte sono passato al camper, a questo camper che vedete.

Dici che era più difficile vivere in una roulotte, perché?
– – Beh, sapete com’è la gente? Quando vedono le roulotte per la strada pensano sempre che dentro vi siano persone poco serie, insomma mi capite no?

Sì sì, certo che capiamo, ma anche in un camper ci si possono trovare persone non a modo, che dici?

– – Vabbè ma oltre questo io sono passato al camper anche per una questione di comodità, mi posso spostare più liberamente e decidere dove fermarmi; senza contare che mentre mi sposto posso tenere in efficienza le batterie e posso andare a caricare i serbatoi delle acque; e poi posso anche andare nelle aree di servizio a scaricare, seppur poco… ma consumo che credete? Insomma un camper a mio giudizio è più comodo di una roulotte, poi fate voi…

Ci facciamo una risata, oramai siamo amici.

 

giuseppe

Giuseppe e Angela

 

Giuseppe, e lei? Che ci dici di questa splendida gattina?

Giuseppe sorride mentre accarezza la micetta, immobile sulle sue gambe dall’inizio della nostra conversazione e felice delle coccole.

– – Lei, beh, lei vive con me, l’ho trovata che vagava e non ho avuto il coraggio di lasciarla in strada, in balia di automobilisti sconsiderati; le ho preparato un bel lettino e ci facciamo compagnia, di giorno e di notte.

Fa strano vedere Giuseppe, un omone, sciogliersi così teneramente verso una micetta, indifesa e cagionevole di salute; eppure Giuseppe è così.

Giuseppe, come fai con il lavoro? Mentre lavori lasci il camper incustodito e ti fidi?
– – Allora… innanzitutto, purtroppo non ho un lavoro fisso, ma quando mi capita di lavorare, sì, il camper è nel parcheggio… e chi lo tocca?
Certo che mi fido; qui in zona mi conoscono quasi tutti, il quartiere mi ha accettato e sanno che non sono uno sbandato; e poi c’è lei che fa la guardia, no?
Non sembra una leonessa?

Annuendo, capiamo davvero che Giuseppe è una persona onesta, tenera di cuore, ma con solo un po’ di sfortuna nel passato. Pazienza, speriamo che pian piano…

Giuseppe, sicuramente ci saranno anche problemi legati alla burocrazia, ai documenti, insomma di certo non avrai potuto prendere la residenza in camper, è impossibile per gli uffici comunali accettare questo, vero?
– – Sì è vero, non mi danno la certificazione di “senza fissa dimora”, proprio perché dicono che il mio camper è una dimora; quindi in teoria per il municipio dovrei vivere per strada per avere la certificazione che mi serve.
Ma vi rendete conto?
Eccome se ci rendiamo conto, Giuseppe caro.

La micetta inizia a sbadigliare, forse si è annoiata a sentire questi discorsi da grandi, magari vuole rientrare e Giuseppe ce lo fa capire molto educatamente.
Ci salutiamo e lasciamo che lui paghi i caffè consumati, facendoci promettere che i prossimi saranno a nostro carico.

– – Ciao ViaggInGiro, grazie.
Ciao Giuseppe! Ci sentiamo.
Questa conversazione con Giuseppe, legato alla sua micetta ed al suo camper, ci ha scaldato il cuore e nel contempo ci ha fatto pensare che esistono tante realtà, tante diverse realtà; nessuna è meglio o peggio di un’altra, ma ognuno merita il proprio rispetto, perché nessuno ha il diritto di giudicare.

Questo secondo noi, e voi che ne pensate?

 

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