Siamo in provincia di Viterbo, nel nord della regione Lazio, in questa parte del territorio la zona regala vari siti archeologici e questa volta ci fermiamo qui: Porto Clementino, a Tarquinia lido.

 

la Tuscia, una sconosciuta?

Non proprio sconosciuta, la Tuscia è la parte nord del Lazio, quella che un tempo era l’Etruria dopo le invasioni degli Etruschi e comprendeva una vasta area che si espandeva tra la Toscana, la parte occidentale dell’Umbria e appunto la zona nord del Lazio.
Quest’ultima parte a sua volta era divisa in altre zone:

  • la parte più a Nord di Roma appartenente allo Stato Pontificio e che oggi corrisponde alla provincia di Viterbo, insieme alla zona a nord di Roma fino a Bracciano era denominata “Tuscia romana
  • gli altri territori del Lazio e umbri sotto il Ducato di Spoleto erano qualificati come “Tuscia ducale
  • infine quella che ora è la Toscana era la “Tuscia longobarda” che comprendeva le zone sottoposte ai longobardi e costituivano il Ducato di Tuscia.

 

Porto Clementino o Gravisca?

L’area archeologica che stiamo visitando è conosciuta maggiormente come Porto Clementino ed è una zona tra le più importanti della Tuscia.

Ma perché due nomi?

Gravisca è propriamente il nome della località, dove sorge il porto e si trova a circa sei chilometri dalla cittadina di Tarquinia, qui in questo luogo le prime abitazioni risalgono addirittura al sesto secolo avanti Cristo e con esse l’inizio della costruzione di quel che poi è diventato il porto di Tarquinia.

il porto

Dalla nascita il porto di Tarquinia, alias Porto Clementino è stato tra i più importanti dell’epoca etrusca per gli scambi commerciali di questa parte del Mediterraneo;
l’arrivo poi della dominazione romana mutò il porto in una colonia e rimase tale fino alle invasioni dei Barbari.

Clementino

Papa Clemente XII

 

Al tempo si trattava non solo di un porto o di una colonia, ma vi erano anche altri edifici tra cui un santuario dove avvenivano anche attività commerciali oltre a venerare alcune divinità come Era, Afrodite e Demetra; ma con l’arrivo dei Romani il santuario cessò il suo essere.
Clementino, perché? Il nome del porto deriva dall’allora papa Clemente XII che nel lontano millesettecentotrentotto fu uno dei vari restauratori.

 

 

gli scavi

Come ben sappiamo in Italia siamo pieni di scavi e ritrovamenti archeologici, quindi anche qui dopo la metà del secolo scorso alcuni di questi ritrovamenti furono identificati come romani e altri etruschi grazie alle ceramiche; il rinvenimento poi dell’antico santuario diede la possibilità di scoprire un altro pezzo di storia molto importante.

la visita

Visitare Porto Clementino è facile e alla portata di tutti, infatti, si trova in un tratto di spiaggia libera ma con accesso limitato da steccato proprio per evitare di sporgersi troppo e cadere in acqua tra gli scogli.

Pertanto anche se l’accesso è libero, conviene sempre rispettare il cartello segnaletico e non solo per evitare incidenti indesiderati, ma anche per rispetto alla pavimentazione ancora ben visibile e in alcuni tratti rimasta intatta.

 

 

 

 

e la sosta?

Sostare in camper nei pressi di Porto Clementino è altresì semplice, si trova, infatti, proprio lì nei pressi, un ampio parcheggio a pagamento nella colonnina apposita (5€ ogni 24 ore) e non custodito in Via Filippo Giorgi, 6; ma attenzione a non fare i furbetti… i vigili controllano se si ha la ricevuta di pagamento.

 

 

 

Scrivere questo articolo mi ha richiesto tempo ed impegno per la ricerca dati: aiutami a condividere quanto hai letto, a te non costa nulla,
invece per me è molto importante!
Farlo è facilissimo basta cliccare sui pulsanti di condivisione in basso 😉 grazie