“Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri e chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima.
In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s’innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche.”
(cit. Ferdinand Gregorovius, Passeggiate romane)

Ci troviamo nel Lazio, in provincia di Latina e precisamente nel Comune di Cisterna di Latina poco vicino a Sermoneta;
qui vive un giardino all’inglese sui resti di una cittadina medievale: Ninfa.

un po’ di storia

Nonostante il nome Ninfa sembri derivare dal tempio dedicato alle Ninfe, in realtà questa località già esisteva durante l’epoca romana come un piccolo centro agricolo;
poiché la circostante palude non permetteva comodi transiti commerciali sulle vie Appia e Severiana, questi dovettero spostarsi sulla Pedemontana nei pressi di Ninfa.
L’occasione non si fece sfuggire ai locali abitanti che imponendo un pedaggio a coloro che passavano, resero la cittadina da piccolo centro agricolo un centro urbano che crebbe anche in case e chiese.

dai Conti ai Colonna,

Nonostante i terreni appartenessero allo Stato Pontificio si può dire che i Conti di Tuscolo furono coloro che avevano il controllo totale della zona per parecchio tempo giurando fedeltà alla Chiesa e ottemperando ad alcuni obblighi economici; a dimostrazione di questo venne ritrovato un giuramento di fedeltà firmato da tal Giacomo Conti e dai suoi discendenti; eppure verso la fine del tredicesimo secolo Ninfa si trovò a cambiar proprietario vedendo salire al trono prima gli Annibaldi e poi i Colonna.

fino ai Caetani

Se i Colonna erano tranquilli, l’arrivo del papato di Bonifacio VIII li scomunicò e confiscò loro ogni bene; successivamente Ninfa venne acquistata da Pietro Caetani per duecentomila fiorini d’oro divenendo così poco dopo il capo del feudo.
Questo periodo portò a Ninfa tanta ricchezza con l’ampliamento del castello, l’innalzamento delle mura e la costruzione di una torre; grazie alla sorgente vicina fu possibile anche ampliare il lago già presente e il palazzo comunale prese nuova vita così come due ospedali e nuovi mulini.
Tutto sembrò dover cessare quando l’allora papa Bonifacio VIII si spense, infatti si ripresentarono coloro a cui erano stati tolti i terreni e Ninfa fu saccheggiata per mano degli Annibaldi aiutati dall’esercito di Roma, fin quasi alla metà del secolo successivo, quando i Caetani di Fondi con a capo Onorato I acquistarono la città saldarono tutti i debiti e ricostruirono la cinta muraria.

e oltre

Ninfa città antica, rivide un po’ di pace solo nel 1921 quando Gelasio Caetani iniziò a bonificare tutta la zona ed a restaurare alcuni ruderi tra cui la torre e il municipio per renderla una residenza estiva; grazie all’aiuto di sua madre esperta botanica iniziò la piantagione di alcune specie estere che trovarono il luogo ideale per crescere e vivere, avendo umidità data dal fiume Ninfa e dalle montagne attigue che favorivano le piogge.
Il giardino prese così una forma di giardino all’inglese che ospitò vari personaggi del secolo scorso tra cui anche il poeta D’Annunzio e lo scrittore Pasternak; l’ultima persona che si occupò di Ninfa fu Lelia Caetani che poco prima del suo decesso nel 1977 diede vita alla fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta che ancora si occupa della gestione del parco.
Nel 2000 tutta Ninfa è stata dichiarata monumento naturalistico e considerato il giardino più bello del mondo dal The New York Times, ma non è sempre visitabile, soltanto in alcuni periodi dell’anno si può entrare accompagnati da guide.

tra chiese

Numerose erano le chiese presenti a Ninfa, ma la principale era Santa Maria Maggiore che sembra risalga al decimo secolo ampliata poi in seguito e rimasta attiva anche dopo la scomparsa della città; più recente, ma per modo di dire, era la chiesa di San Giovanni più nuova di un secolo circa e di cui si trovano ora solo alcuni ruderi che rendono impossibile una seppur approssimativa ricostruzione; andando avanti nel tempo troviamo la chiesa di San Biagio nei pressi delle mura che vennero modificate proprio per dar modo di costruirla; fuori le mura invece si trovava la chiesa dedicata a San Giovanni e vicina al lago.

e monasteri

Non solo case e chiese erano presenti a Ninfa, ma anche due monasteri: Marmosolio che rimase in piedi fino alla fine del millecento circa e Santa Maria di Monte Mirteto fondato poco dopo vicino ad una grotta dedicata a San Michele Arcangelo divenuta luogo di pellegrinaggio ed affrescata nel tempo.
Questo monastero con il passar degli anni divenne sempre più ricco di opere d’arte tant’è che l’arrivo dell’allora papa Eugenio IV lo unì al monastero di Subiaco e ne consacrò la rovina, anche se la sua fine venne decretata agli inizi del millesettecento a causa di un terremoto.

il fiume e i ponti

Il fiume Ninfa attraversa da sempre la città e prende il nome dal lago naturale e sorgivo, percorre oltre quaranta chilometri nell’agro pontino cambiando nome in Sisto fino a raggiungere il mare tra Terracina e San Felice Circeo; questo fino agli anni trenta del secolo scorso, quando queste acque furono deviate verso il Collettore delle Acque Medie.
La presenza del fiume vide necessaria la costruzione di ponti e qui ne troviamo uno di epoca romana che è il più antico; un altro ponte ha un nome particolare che è dato da un paio di racconti che contrastano tra loro ma che entrambi danno il nome al ponte: del macello.
Il ponte del macello sembra prenda il nome da una battaglia dove alcuni nemici tentarono di entrare in città proprio attraverso il fiume ma vennero fermati dai ninfini che colpendoli resero l’acqua rossa di sangue e da qui il nome macello; altra attribuzione di nome macello viene data dalla presenza lì vicina di un edificio dove avveniva la macellazione della carne che oramai non esiste più.

nel giardino e il wwf

Ora che Ninfa non esiste più è rimasto il giardino immenso, infatti è di circa otto ettari ed ospita al suo interno oltre mille piante irrigate da vari ruscelli oltre che dal fiume omonimo; come anzidetto il giardino è di stile inglese dove hanno trovato dimora varie specie di piante tutte diverse tra loro e adattate molto bene al clima grazie all’umidità costantemente presente.
Nel 1976 in una parte del giardino è sorta un’oasi del WWF che permette la protezione della fauna e dove è stato realizzato un bosco per agevolare la nidificazione e per tentare di ricreare la vegetazione tipica della zona prima della bonifica.

le visite

Il giardino di Ninfa non è sempre aperto, le visite sono infatti possibili in determinati periodi dell’anno e grazie alle guide si può comprendere bene quanta storia nasconda questo luogo;
per visitare ci si può rivolgere al sito medesimo e prenotare per tempo, così come abbiamo fatto noi con il nostro gruppo
Il parcheggio è comodo sia per le auto che per i camper, proprio di fronte all’ingresso infatti vi è un ampio spiazzo erboso.