Una cittadina da ampie vedute, la parte nuova che si unisce alla vecchia, la gente che sorride e sì, una cittadina pugliese molto bella, stiamo parlando di Alberobello.

Gli inizi

Il nome Alberobello ha dato da studiare a diverse persone, alcuni documenti sembra risalgano addirittura al re Ferrante d’Aragona a cui vennero assegnati alcuni beni del defunto Conte Giuliantonio I di Otranto; il nome antico della città che è stato ricavato da queste testimonianze sembra essere stato Silva Alborelli in provincia nostra Terra Bari, divenuto ufficiale qualche anno dopo per scelta di chi ci viveva e che aveva anche proposto Ferrandina in onore di re Ferranteone, quale nome possibile alla cittadina.

la storia

I primi abitanti popolarono Alberobello agli inizi del sedicesimo secolo, inviati a bonificare i terreni e renderli fertili dal conte Acquaviva d’Aragona quando suo padre venne sconfitto ed ucciso dai Turchi; i prodotti ottenuti dai terreni lavorati avrebbero potuto esser consumati in parte da loro stessi ed in parte al conte medesimo.
La vera sistemazione della località però avvenne per mano di un altro conte, Giangirolamo II chiamato il Guercio delle Puglie a causa di un occhio bendato; questi iniziò a far costruire alcune case con pietre e calce che erano in abbondanza, senza altro materiale, così a secco anche per evitare di pagare i tributi al vicerè spagnolo del regno di Napoli.

i trulli,

Queste costruzioni particolari hanno una logica nel loro essere così “strani”; poiché ogni nuovo edificio doveva pagare un tributo a Napoli, i proprietari dei territori imposero di usare solo pietre, ma essendo complicato creare un tetto solo di rocce, iniziarono a formare dei cerchi sovrapponendo le pietre stesse fino a chiudere il cono rovesciato.
Ogni trullo di Alberobello è abbellito da alcuni pinnacoli diversi e disegni con vari simboli di diversi significati, che variano dal religioso al mistico ed al fantasioso.

i pinnacoli e i disegni.

La varietà dei pinnacoli sui tetti dimostrava la bravura degli operai nel costruire il trullo oltre al suo valore; naturalmente la spesa per la costruzione metteva in mostra anche la famiglia più o meno facoltosa del momento. Ogni trullo ha anche un camino oltre ad avere varie immagini di santi e il simbolo che si vede sul tetto ha un significato religioso ma a volte rappresenta anche lo zodiaco.

Il Trullo Sovrano

Si tratta del trullo più grande della città e si trova in Piazza Sacramento, la sua altezza è di quattordici metri e sta in piedi dalla metà del settecento; dopo un secolo divenne sede della confraternita del Santissimo Sacramento e poi dei Santi Medici.
Ora è divenuto un museo a due piani visitabile al suo interno con gli arredamenti dell’epoca che sono stati ricostruiti dalle varie testimonianze di chi ricorda i tempi andati.
In estate nel Trullo Sovrano sono frequenti manifestazioni teatrali o concerti di piccole orchestre anche jazz, o serate culturali oltre che di beneficenza e per l’occasione l’edificio viene illuminato con fari colorati.

e la Chiesa

Naturalmente non poteva mancare una chiesa a forma di trullo!
La costruzione risale al 1926 ma fu una chiesa vera e propria consacrata dopo un paio di anni grazie al canonico Lippolis, per poi diventare parrocchia nel 1945; la troviamo in cima al Rione Monti ed è molto bella sia fuori che dentro, con la sua cupola a cono alto circa venti metri, restaurata nel 2004 per farla tornare agli antichi splendori contiene numerose opere importanti e fin troppo spesso ci si trovano cerimonie in atto di giovani sposi, che anche da fuori città decidono di scegliere questa chiesa particolare.

 

curiosità: dal 1996 Alberobello è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.