È Noto una cittadina barocca, una cittadina che risplende al sole, in provincia di Siracusa e che apre le braccia a chi arriva.

 

perché Noto?

Da cosa derivi il nome Noto non è molto chiaro, sembra infatti che la Noto antica risalga all’età del bronzo e quindi il nome iniziale sia stato Neas che nel greco antico poi diviene Νέητον (Néēton) per finire in latino con il nome di Nētum.
Nel tempo il nome si è trasformato in varie forme passando dal medievale Noteo fino all’attuale Noto o per dirla in siciliano: Nuotu.

un po’ di storia

Varie occupazioni vide Noto su di sé, dai Normanni agli Aragonesi ne ha viste di genti passar sulle proprie vie per poi ritrovarsi anche a partecipare ai famosi Vespri Siciliani durante il periodo Angioino verso la fine del milleduecento.

dal terremoto

Verso la fine del milleseicento un terremoto sconvolse la Val di Noto spazzando via Noto stessa e oltre mille persone ed a cui fece seguito la ricostruzione poco più in là, circa otto chilometri più a sud, guidata da vari personaggi famosi quali Giuseppe Lanza duca di Camastra che fece intervenire architetti altrettanto importanti.

passando per l’unità d’Italia

In seguito ai vari moti, rivoluzioni e spedizione dei “Mille” nel 1861 Noto entrò a far parte del Regno d’Italia e dopo circa un ventennio anche qui fu costruita la stazione ferroviaria.

fino all’Unesco

Per fortuna dopo varie vicissitudini Noto ha una buona ripresa economica grazie anche al turismo che rappresenta sempre (e non solo qui) un’ottima risorsa, perché diciamolo: è impossibile sbarcare in Sicilia e non visitare Noto!
Che c’entra l’UNESCO?
Ebbene Noto è stata inserita nella lista dei siti patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 2002, venti anni fa un inserimento più che meritato.

cosa vedere a Noto?

Posso provare a sintetizzare ma sarà difficile, ci provo, facilitandomi il tutto con quanto da me visitato 😉
(il resto un’altra volta, dato che è sempre vero che si deve lasciare un motivo per tornare, no?)

  • La Porta Reale realizzata in occasione della visita dell’allora re Ferdinando II di Borbone, chiamato il re delle Due Sicilie, al quale venne anche eretta una statua dedicata poi, in seguito, ai caduti. La porta è ormai il simbolo d’ingresso in città.
  • Il Palazzo Ducezio progettato nella metà del millesettecento, ispirato ai palazzi francesi e completato dopo parecchi anni; al suo interno la famosa “sala degli specchi” e nella volta della sala si può ammirare “la fondazione di Neas” ossia la fondazione di Noto da parte del condottiero siculo “Ducezio”.
  • La Chiesa di San Carlo al Corso bellissima e forse anche più delle altre dove per il monastero dei Gesuiti che si trova lì a fianco alcuni la chiamano Chiesa del Collegio dove oggi si trova la sede del liceo classico e da dove mi è stato possibile creare il video su Noto.

e poi non va dimenticata la famosa infiorata

 

Il mese di maggio a Noto è un mese particolare, infatti, la terza domenica è riservata ad una manifestazione speciale: l’infiorata.

Questa è nata agli inizi degli anni ottanta del secolo scorso quando alcuni artisti locali si sono incontrati con altrettanti di Genzano (di Roma) realizzando così questo evento che si ripete ormai ogni anno.

 

Infatti questa foto non è mia, come si nota dall’immagine stessa, perché sono andata in visita nei primi di giugno e dell’infiorata non ne era rimasto nemmeno un petalo 🙁

 

L’infiorata di Noto si sviluppa in Via Nicolaci creando un forte effetto tra la Chiesa di Montevergini e il palazzo di Villa dorata con balconi molto molto belli.

 

 

 

Insomma girare per la Sicilia, questa volta una parte orientale, e non visitare Noto non è possibile, sarebbe davvero un delitto, come per tante altre località e bellezze, ma di alcune poi ne parlerò.

Quindi appena sarà possibile, cara Sicilia, tornerò.

 

 

 

 

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